T-Systems: Deutsche Telekom ora vuole vendere tutto!
Il colosso Deutsche Telekom ha deciso di abbandonare il mercato italiano nel quale era presente attraverso la controllata T-Systems Italia dal 2001 che gestisce i servizi di information technology e telecomunicazioni per importanti gruppi tra i quali Intesa Sanpaolo, Popolare di Sondrio, Fiat, ADR e Prada. La notizia è di una settimana fa e alla FISAC, il sindacato di categoria dei bancari della Cgil che segue i lavoratori dell’azienda c’è forte preoccupazione.
“Alla T-Systems abbiamo appena gestito una crisi che prevedeva la messa in mobilità di 150 dipendenti sui 470 suddivisi nelle quattro sedi Italiane di cui una a Vicenza”, afferma Stefano Garbin, segretario generale della Fisac vicentina. “Grazie ad una trattativa serrata, abbiamo strappato un accordo che prevede l’uscita di 71 volontari incentivati e una riduzione degli stipendi più elevati contratto, però finalizzando il tutto al rilancio dell’attività del gruppo nel nostro Paese!”
La decisione cala dall’alto, ed è un fulmine a ciel sereno, in netto contrasto con le strategie condivise con il sindacato e i lavoratori fino a tutto il 2011.
“La T-Systems Italia esce da alcuni anni di bilanci in rosso e prima della mobilità prospettata di 150 dipendenti era stato applicato un contratto di solidarietà che dimostra la volontà di venire incontro all’azienda da parte dei lavoratori e dei rappresentanti sindacali”. E prosegue Garbin: “L’azienda ha ottimi margini per essere rilanciata sul mercato italiano: lo scoglio da superare sarebbe quello di occuparsi anche delle PMI, non solo dei cosiddetti clienti globali, ovvero le grandi aziende nazionali e internazionali presenti in Italia. Ma il management di T-System per scelta si è mosso sempre a senso unico”.
“Il nostro tessuto imprenditoriale che conta sul territorio italiano “è composto da piccole e medie aziende ed è questo il mercato nel quale T-System dovrebbe cercare il rilancio!
“Ora vogliamo essere costantemente informati dall’azienda sull’evolversi della situazione di vendita”, prosegue il segretario generale di Fisac Vicenza – e ci auguriamo che si trovi un acquirente in grado di garantire l’occupazione attuale fino al 2014 come previsto dall’accordo sulla mobilità firmato a fine 2011″.
Non solo: “Non vogliamo più sentir parlare di cessioni di rami d’azienda che hanno portato in precedenza solo a progetti clamorosamente fallimentari che non hanno garantito per nulla l’occupazione”.
E conclude Garbin: “Non appoggeremo mai questa strategia dello scarica barile di Deutsche Telekom, a meno che non vi siano garanzie su occupazione, salari e contratto!”