8 marzo 2013 – IO SONO DONNA
a cura del Coordinamento Donne Fisac Cgil del Veneto
Secondo me la donna …
di Giorgio Gaber (dall’album GABER 96-97)
Secondo me all’inizio c’è sempre una donna. Secondo me la donna è stato il secondo errore di Dio. Il primo…
Secondo me una donna è donna da subito. Un uomo è uomo a volte prima, a volte dopo. A volte mai.
Secondo me una donna è coinvolta sessualmente in tutte le vicende della vita. A volte persino nell’amore.
Secondo me una donna innamorata imbellisce.
Un uomo… rincoglionisce.
Secondo me in un salotto quando non c’è neanche una donna è come recitare in un teatro vuoto. Se invece non c’è neanche un uomo, tra le donne si crea una complice atmosfera di pace. Appena arriva un uomo è la guerra.
Secondo me un uomo che si vanta di iniziare le donne ai piaceri dell’amore è come il turista che mostra alla guida le bellezze della cittá.
Secondo me per una donna che non ha fortuna in amore non si può usare il termine “sfigata”.
Secondo me un uomo che dice di una donna “quella lì la dà via” meriterebbe che a lui le donne non gliela dessero proprio mai.
Secondo me una donna che fa l’amore per interesse è una puttana. Se lo fa invece perché le piace è… non c’è la parola.
Secondo me una donna che dice a un uomo con cui sta facendo l’amore ”Come con te con nessuno” andrebbe comunque arrestata per falsa testimonianza.
Secondo me le donne quando ci scelgono non amano proprio noi… forse una proiezione, un’immagine, un sogno. Ma quando ci lasciano siamo proprio noi quelli che non amano più.
Secondo me il primo maschilista è stato Dio che si è fatto uomo. Però io, se fossi stato Dio, non so se la donna l’avrei firmata.
Secondo me una donna che si offre sessualmente a un uomo ed è respinta rimane sconcertata. Non ci può credere. Il suo primo pensiero è che lui sia omosessuale, ma in genere questa versione non regge. E allora pensa: ‘Eh già, lui si difende… ha paura di essere troppo coinvolto emotivamente… oppure si sente bloccato dall’eccessiva eccitazione…’ Il fatto che lei possa non piacere è un’ipotesi che non può assolutamente prendere in considerazione.
Donna, l’angelo ingannatore. L’ha detto Baudelaire.
Donna, il più bel fiore del giardino. L’ha detto Goethe.
Donna, femmina maliarda. L’ha detto Shakespeare.
Donna, sei tutta la mia vita. L’ha detto un mio amico ginecologo.
Secondo me una donna che oggi fa la madre di famiglia e rinuncia a lavorare, sbaglia. Se invece lavora e rinuncia a fare la madre di famiglia, sbaglia. Se cerca contemporaneamente di lavorare e di fare la madre di famiglia… sbaglia. Sbaglia comunque.
L’uomo invece non sbaglia mai. Sono secoli che sa quello che deve fare. Forse è per questo che è così intronato. O forse anche per qualche altra ragione…
IO SONO DONNA
Lavoratrice
NOVITA’ (ITALIANE) PER MAMME (E PAPÀ)
A breve (si aspetta l’ok dalla Corte dei Conti) partiranno alcune novità previste dalla legge “Fornero” (sperimentali x gli anni 2013-2015) che hanno l’obiettivo dichiarato di favorire la conciliazione tra famiglia e lavoro e la condivisione dei compiti tra uomo e donna.
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Un giorno di congedo obbligatorio – e fino a due giorni di congedo facoltativo – per il padre (anche adottivo o affidatario) da fruire entro 5 mesi dalla nascita del bambino (nato dopo il 1.1.2013):
– retribuiti a carico INPS;
– fruibili anche contemporaneamente al congedo di maternità della madre;
– utilizzabili preavvisando in forma scritta il datore di lavoro con un preavviso non inferiore a quindici giorni.
Il congedo obbligatorio è fruibile in aggiunta ai 5 mesi di congedo di maternità della madre. Il congedo facoltativo, di uno o due giorni, anche continuativi, è condizionato invece alla scelta della madre lavoratrice di rinunciare ad altrettanti giorni del proprio congedo di maternità (anticipando il rientro).
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Voucher per i servizi di baby sitting – o contributi per pagare i nidi (pubblici o privati) – a favore delle lavoratrici madri, pari a euro 300 mensili per un massimo di sei mesi negli undici mesi successivi al congedo di maternità. Sarà stabilito un giorno per ogni anno (2013-2015) in cui le lavoratrici madri dovranno fare la domanda on line. Il diritto sarà collegato all’ISEE della famiglia, con la precedenza per gli ISEE più bassi mentre, a parità di ISEE, varrà l’ordine di presentazione delle domande.
In caso di opzione per i voucher, questi saranno erogati attraverso il sistema dei buoni lavoro (una sorta di ticket emessi dall’INPS del valore di 10 euro lordi – 7,5 netti – all’ora, comprensivi di contributi e assicurazione INAIL, che la baby sitter potrà incassare presso gli uffici postali). Nel caso, invece, in cui la madre opti per i servizi per l’infanzia, il contributo sarà erogato dall’INPS direttamente agli asili nido (che, per poterne beneficiare, dovranno iscriversi in apposite liste dell’Inps). Importante sottolineare che le madri che fruiranno dei benefici in questione avranno una riduzione di un mese del congedo parentale (“aspettativa facoltativa” retribuita al 30%) per ogni mese di beneficio ricevuto.
IO SONO DONNA
Mamma
IN SVEZIA, INVECE …
Se in Svezia non esistesse un sistema di assistenza all’infanzia di elevatissima qualità, probabilmente oggi non potrei fare il Ministro di Birgitta Ohlsson, ministro svedese per i rapporti con la Ue. …” già da molto tempo, il congedo parentale viene concesso tanto ai papà quanto alle mamme e le conseguenze sono state positive sotto tutti i punti di vista: è diminuito il divario tra uomini e donne, è migliorata l’armonia all’interno della coppia, è diventato più solido il rapporto affettivo dei padri con i loro figli”.
…”la Svezia non avrebbe mai potuto diventare il paese guida come numero di parlamentari donne, come presenza femminile ai vertici del mondo, delle aziende, dei Consigli di Amministrazione e delle Università senza un sistema di assistenza all’infanzia finanziato dal Welfare e aperto a tutti i cittadini.”
LO SAPEVI CHE…
Le patologie oncologiche, e molte gravi malattie dell’età anziana, consentono a chi assiste il malato (riconosciuto disabile in situazione di gravità ex art. 3 legge 104/92 dalla commissione dell’A.S.L) di fruire di 3 giorni al mese di permesso retribuito (anche frazionabili ad ore). Per avere diritto ai per- messi bisogna essere parenti o affini entro il II° (figli, fratelli, genitori, suoceri, nonni, nipoti) o entro il III° se il coniuge o i genitori del disabile mancano o sono affetti da patologie invalidanti.
Questa previsione comprende anche molte malattie gravi, per alcune delle quali è, inoltre, prevista la possibilità di fruire di congedi retribuiti fino a un massimo di due anni (frazionabili) nel corso della vita lavorativa. Quindi, è consigliabile, in caso di dubbio, e prima di pensare a un part time, chiedere informazioni al proprio rappresentante sindacale o all’INCA Cgil.
IO SONO DONNA
Persona
DALL’OPERA TEATRALE “FERITE A MORTE” DI SERENA DANDINI
Emanuela Grimalda
Se cambio la serratura ha detto che mi ammazza, la cambio, non la cambio… non l’ho cambiata, e lui è entrato di notte e mi ha ammazzata, per fortuna il ragazzino non ha sentito nulla.
Era buono con il ragazzino, è stato quello che mi ha ingannata, se è buono con il ragazzino lo sarà anche con me … ho pensato.
Mi sentivo tanto sola, la fabbrica, il ragazzino, mi piaceva avere un uomo in casa, era bello, pulito, si cambiava due camicie al giorno.
Me l’avevano detto al centro antiviolenza: cambia la serratura, ed io non l’ho cambiata.
Entrava ed usciva a tutte le ore, accendeva la televisione e svegliava il ragazzino, svuotava il frigo.
Era abituato a servirsi a piacimento, lui, poi veniva in camera da letto e… si serviva a piacimento, non c’erano le chiavi lì.
Ma in bagno sì, e allora là finalmente potevo chiudermi e… piangere.
Dopo l’ultima discussione si sembrava calmato e allora ho pensato: … quasi quasi cambio la serratura… non ho fatto in tempo…. mi ha ammazzata prima.
Io non volevo offenderlo, volevo solo lasciarlo o meglio, volevo che ci lasciasse in pace… me e il ragazzino.
A proposito, glielo dite voi alle ragazze del centro antiviolenza, io non le ho più trovate, non ci sono più, dicono per via dei tagli.
Adesso al loro posto c’e… una banca.
Serena Dandini
Avevamo il mostro in casa e non ce ne siamo accorte, disse mia madre agli inquirenti. Ma neanche lui se ne era accorto, lui, che aveva il mostro dentro. Ci vuole molta forza per togliere la vita con un taglierino, lui, che non tagliava neanche il pane perché aveva male al polso, da non poter stringere niente perché sentiva delle fitte atroci… diceva
Eppure i bambini li hai sgozzati con una forza inaudita. Alla polizia hai detto che… andava fatto, non potevi lasciarmi fare una vita con i tuoi figli (tuoi solo quando pareva a te), dovevi punirmi, ero la tua schiava. Eh sì, ci vuole una grande forza per togliere una vita con un taglierino ed infatti non sei riusci- to a suicidarti, dopo. Hai la scorza dura, tu, e non hai versato una lacrima, un lavoro che andava fatto e basta, hai detto, come aggiustare un rubinetto. A me, non mi hai sfiorato, ma io, anche se respiro e fumo sigarette, da quel giorno sono morta e sepolta.
IO SONO DONNA
Cittadina
Io sono cittadina e come tale mi riconosco, facendole mie, nelle parole del Presidente Napolitano che lo scorso 26 novembre, giornata internazionale del migrante, ha affermato: ”E’ opportuno rendere possibile l’acquisizione della cittadinanza per i minori figli di immigrati già di fatto integrati nella nostra comunità nazionale; è una autentica follia, una assurdità che a dei bambini nati in Italia non venga riconosciuto un diritto fondamentale”.
Il nostro Paese vanta una Costituzione tra le più belle al mondo, eppure su questo tema pecca di mancanza di democrazia reale. Bobbio diceva che ciò che fa la differenza tra una democrazia e una non democrazia è che la seconda esclude una parte dei soggetti dal godimento dei diritti fondamentali; la cittadinanza si annovera tra questi.
La legge che la regola (n.91/1992), vent’anni compiuti il 5 febbraio, è nata già vecchia e del tutto anacronistica rispetto alla realtà perché esclusivamente incentrata sullo jus sanguinis (diritto di sangue): si è italiani solo se figli di italiani. Esclude lo jus solii, il diritto di essere cittadini (come ad esempio negli USA e in altri Stati europei) per il fatto stesso di emettere il primo vagito sul suolo italiano, a prescindere dalla cittadinanza dei genitori. Chi nasce in Italia è legato alla condizione dei suoi genitori: se i padri ottengono la cittadinanza la trasmettono come un’eredità ai figli…
Lo ius sanguinis crea oltretutto situazioni paradossali come il diritto di voto, che è oggi garantito a persone che magari non hanno mai messo piede in Italia ed è negato invece a chi è stabilmente inse- rito sul territorio e nella stessa comunità. 1 milione sono i minori figli di stranieri residenti in Italia, di cui 630mila nati nelle strutture sanitarie nazionali; sono pari al 14% del tota
e dei nati in Italia e costituiscono il 7% delle alunne e degli alunni presenti nelle nostre scuole.
Senza questi nuovi italiani e italiane il Paese è destinato ad invecchiare e ad un inesorabile declino per- ché perderebbe capacità di sviluppo. Il 2013 è stato dichiarato “Anno Europeo della cittadinanza“: in Italia l’Unicef ha spinto perché Comuni e altri enti riconoscano da subito ai bimbi di stranieri nati entro i confini nazionali quantomeno una cittadinanza onoraria; la CGIL , insieme con altre 18 associazioni, ha promosso la campagna “L’Italia sono anch’io” che con una massiccia raccolta di firme spinge a che la legge che regola questo diritto fondamentale venga finalmente modificata. Io sono e voglio essere cittadina di un Paese democratico e allora dico che in una vera democrazia i bambini nati e cresciuti in Italia devono essere italiani. E’ una questione di civiltà.
ALLEGATO
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