SOLIDARIETA’ DELLE “PENSIONI D’ORO” …?
… non è costituzionale …. INPS, ad agosto, restituirà i soldi!!!
La Consulta ha stroncato come incostituzionale la norma che da agosto 2011 a tutto il 2014 (governo Berlusconi, ministro Tremonti) imponeva un contributo di solidarietà del 5% oltre i 90mila euro di pensione e del 10% oltre i 150mila euro.
Con il decreto ‘Salva Italia’ il ministro Fornero (governo Monti) aveva rincarato la dose aggiungendo che oltre i 200mila euro il contributo di solidarietà saliva al 15%, e sempre oltre i 200mila euro si applicava un contributo del 10% pure alle retribuzioni dei dipendenti pubblici, mentre per i lavoratori privati il contributo sarebbe scattato oltre i 300mila euro.
La sentenza della Consulta è dei primi giorni dello scorso giugno; le motivazioni ne spiegano i presunti strafalcioni giuridici compiuti da due governi: non sono stati rispettati i dettami dell’articolo 3 sull’eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e dell’articolo 53 sulla capacità contributiva dei cittadini. Ossia, non è costituzionale che un pensionato Inps subisca un prelievo fiscale superiore a quella di un lavoratore dipendente o autonomo. In sostanza, la Corte ha affermato che, rispetto al prelievo fiscale non possono esserci figli e figliastri: o si impone un prelievo (comunque lo si chiami) su tutti i redditi oltre una certa cifra, o non si tassa nessuno.
Con messaggio dell’11 luglio (2013) nr.11243 l’Inps ha (già) dato disposizioni sul “come restituire il maltolto”: provvederà immediatamente a restituire il contributo di solidarietà negli assegni di luglio e di agosto.
La cifra oscilla intorno ai 40 milioni di euro.
La somma in discussione nel mare degli assegni pagati dall’Inps (261,3 miliardi di euro) non è esorbitante: intorno ai 40milioni di euro. Ciò perché le pensioni che superano i 90mila euro annui sono circa 33mila e quelle che superano la barriera dei 200mila euro circa 1.200.
Se la cifra è limitata, diverso è l’effetto che produce sulla stragrande maggioranza degli italiani alle prese con difficoltà ogni giorno maggiori.
“Si dice sempre che mancano le risorse per aiutare le persone più in difficoltà, come i lavoratori in cassa integrazione, i pensionati con un reddito medio-basso e i giovani che non hanno un’occupazione. La sentenza della Corte costituzionale che ha portato alla restituzione del contributo, continua a non convincerci, anche perché non è stato utilizzato lo stesso metro di giudizio quando è stata bloccata la rivalutazione delle pensioni sopra i 1.440 euro (lordi) (1.200 netti!) per ben due anni. Registriamo quindi che ancora una volta in questo paese i ricchi non piangono”.”… è davvero impressionante la solerzia con cui in questo paese ci si affretta a restituire soldi ai ricchi. In Italia i ricchi non piangono mai“, commenta secca la segretaria dei pensionati Cgil, Carla Cantone.
Si può opporre che il contributo di solidarietà è un’invenzione che non esiste in nessun Paese europeo, ma è altrettanto vero che in tutto il Vecchio continente (dalla Francia, alla Germania, alla Spagna, eccetera) le pensioni non sono tassate, oppure hanno un prelievo assai ridotto e spesso solo simbolico.
Ma, nei fatti, in quanto consisteva l’effettiva solidarietà?
1. pensione annua lorda 100mila euro annui (7.692,30 mensili lordi)
2. contributo annuo reale 285 euro
3. contributo mensile effettivo (per 13 mensilità) = 21,92 euro
4. IL CONFRONTO: titolare di pensione mensile lorda che supera 3 volte il “trattamento minimo INPS” (1.445 € mensili lordi) sta pagando 82,08 euro MENSILI a causa della mancata indicizzazione!
E per le “pensioni normali” invece????
2012 e 2013 blocco della indicizzazione delle pensioni che superano (al lordo mensile) i 1.440 €
E così sono stati “scippati”:
a) almeno 38,88 € mensili pari a 505.44 € per tutto il 2012;
b) almeno 43,2 € mensili pari a 561,6 € per tutto il 2013;
c) nel biennio il mancato incremento complessivo minimo è stato dunque pari a 1.067,04 € … più o meno pari al valore di una mensilità netta di pensione!
L’Inps, nel suo ultimo rapporto dell’area attuariale (che si occupa di analisi e previsioni statistiche), spiega come nel decennio che va dal 2012 al 2021, la nuova configurazione del sistema pensionistico permetta di risparmiare ben 80 miliardi di euro rispetto alla cifra che si sarebbe spesa con il vecchio ordinamento.
Certifica quindi un risparmio quasi quattro volte superiore a quello previsto dallo stesso ex-ministro Fornero che, poche settimane dopo l’approvazione del decreto salva Italia che conteneva anche la riforma delle pensioni, aveva parlato di 22 miliardi di risparmio fino al 2020.
LE PENSIONI (INPS – lavoratori dipendenti) A VICENZA:
88.172 pensioni di anzianità e di vecchiaia.
Di queste…:
=> 24.298 ammontano a MENO di 500 € mensili lordi
=>11.402 ammontano a TRA i 550 e 750 € mensili lordi
=> 8.985 ammontano a TRA I 750 e 1.000 € mensili lordi
CGIL – Sindacato Pensionati italiani
Lega Città di Vicenza
Vicenza, luglio 2013
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