Ha prevalso il buon senso, e con questo la speranza che la fine, decretata per legge, del tradizionale modello di “banca popolare” possa diventare una opportunità per il futuro.
Un percorso sofferto, passato attraverso un anno e mezzo di ispezioni, indagini, dimissioni, proteste e contestazioni che rischiano di coinvolgere gli incolpevoli dipendenti.
Per questo, riteniamo che l’azione di responsabilità contro i precedenti amministratori sia dovuta, se non altro per distinguere i banchieri dai bancari!
Ora viene il difficile.
Il mancato inserimento da parte del Cda del tetto del 5% sul diritto di voto lascia intendere che l’ipotesi di una Veneto Banca capace di restare autonoma non abbia molte chance. Allo stesso tempo, l’ipotesi di fusione con realtà vicine non può essere presa troppo in considerazione, perché non creerebbe valore e comporterebbe conseguenze drammatiche per clienti, dipendenti e territorio.
Pensiamo al futuro, senza dimenticarci del passato.
Siamo sempre più convinti che si debbano evitare gli errori del passato:
– Tentare di risolvere i problemi nascondendoli.
– Pensare che le debolezze patrimoniali e strutturali del gruppo si possano risolvere con continui tagli lineari del costo del lavoro.
– Credere che si possano centrare gli obiettivi di redditività attraverso le pressioni commerciali.
– Valutare il “merito” dei dipendenti su basi prevalentemente quantitative (obiettivi commerciali, tempo passato in ufficio ecc.), a discapito delle qualità.
– Considerare “nemici” tutti coloro che non sono disposti a dire sempre di sì.
Crediamo sia arrivato il momento di voltare pagina e di ricercare assieme, con trasparenza, coraggio e intelligenza, le soluzioni alle storture di un sistema che va riformato, per la tutela dei cittadini e dei lavoratori.
Un sereno Natale a voi tutti
Montebelluna, 21 dicembre 2015
La FISAC/CGIL di Veneto Banca
ALLEGATO
Veneto Banca – Pensiamo al futuro