Banche Popolari nel Veneto – guardano avanti



Il 31 marzo 2016 a Mestre, si è svolta la Tavola Rotonda “Banche Popolari nel Veneto: territorio, risparmio, occupazione”.

Cristiano Carrus, a.d. Di Veneto Banca, Giovanni Rossi responsabile della direzione del personale di Bpopvi, Roberto Speziotto responsabile della direzione risorse umane, Elena di Gregorio Segretaria generale Cgil Veneto, il prof. Guido Mantovani di Cà Foscari e Agostino Megale Segretario Generale Fisac Cgil, coordinati da Chiara Canton segretaria generale Fisac Veneto, hanno discusso di quali sono state le cause che hanno prodotto in Veneto l’epicentro della crisi del modello di governance delle popolari, e quali sono gli anticorpi per prevenire in futuro analoghe conseguenze, effetto degli aspetti più degenerativi del cd capitalismo di relazione.

Quale modello di banca si può immaginare che continui ad essere funzionale allo sviluppo economico del territorio, capace quindi di trasformarsi in spa senza che venga meno un rapporto virtuoso con le imprese e le famiglie locali.

Si è affrontato anche il tema del risparmio tradito e del crollo della fiducia nel sistema creditizio, con particolare riguardo ai casi della vendita delle azioni di Veba e Bpopvi: abbiamo accolto con soddisfazione le dichiarazioni di Cristiano Carrus e Giovanni Rossi che hanno con decisione chiarito che nessun dipendente può essere considerato responsabile. Così come la condivisione sul fatto che un’azione di responsabilità è necessaria per segnare una discontinuità col passato.

Il prof. Mantovani ha illustrato quali potrebbero essere gli effetti positivi di una politica del credito che non si limiti ad un’applicazione ingegneristica delle regole di Basilea, ma che tengano conto della capacità imprenditoriale, della bontà di un progetto industriale, tema contenuto anche nel ns manifesto della buona finanza e per il quale chiediamo un piano straordinario di formazione del personale.

Agostino Megale già nel primo intervento aveva indicato le ragioni che hanno portato alla presentazione delle proposte sulla buona finanza e un modello di banca al servizio del paese il 19 febbraio u.s. in CGIL a Roma assieme al Segretario Generale CGIL Susanna Camusso .

Ha evidenziato come la crisi del 2008 a distanza di otto anni ha realizzato un effetto di ritorno non solo con 1,5 milioni di occupati in meno, con il 25% di produzione industriale in meno, con la chiusura di centinaia di migliaia di piccolissime imprese il che ha realizzato un crollo degli investimenti ed un passaggio dai 24 miliardi di sofferenze del 2007 ai 205 miliardi del 2016 la questione bancaria è dunque la questione centrale per l’economia per questo si è chiesto al presidente del consiglio e al ministro dell’economia di aprire un tavolo di confronto sulla riforma del settore evitando la logica dei decreti e ascoltando le parti sociali. Da qui la necessità di lanciare uno stop alle pressioni commerciali ponendo l’obiettivo di un accordo di sistema nella vendita dei prodotti sostenibili e dell’organizzazione del lavoro ribadendo che il 99,99% dei lavoratori non hanno responsabilità rispetto la vendita dei prodotti e apprezzando le parole dei rappresentanti delle banche in ogni caso ha ricordato in conclusione che è stato un errore che l’assemblea degli azionisti della Popolare Vicentina abbia potuto bocciare la richiesta di procedere con azioni di procedere con azioni di responsabilità.