Sono bastati solo 50 giorni (quelli passati dall’assemblea del 5 maggio) per svelare la natura e la consistenza di chi aveva promesso il “REMAIN” di Veneto Banca sul territorio con dichiarazioni roboanti e promesse demagogiche.
Un bluff bello e buono che noi avevamo intravisto quando dicevamo, a ragione, che il Consiglio di Amministrazione subentrato dopo il “ribaltone” non aveva alcun progetto alternativo e non avrebbe potuto fare altro che adottare in fretta e furia quello già sviscerato, vivisezionato, definito dal precedente C.d.A. (e approvato dagli stessi soci il 19 dicembre 2015) sotto lo stretto tutoraggio della Vigilanza Europea.
A che cosa è servito il ribaltone e settimane di roventi polemiche, promesse risultate campate per aria, incomprensibili esultanze, minacce di epurazioni, ecc. ecc. ?!? Sono servite solo a creare un clima di profonda incertezza dentro e fuori Veneto Banca, tanto da farle perdere quel minimo di credibilità, che con tanta fatica era stato possibile recuperare, fino a causare un danno quasi irreversibile: l’aumento di capitale da 1 miliardo è andato praticamente deserto.
Nei 50 giorni di governo del neo eletto Consiglio di Amministrazione abbiamo assistito alla riduzione dell’indice di liquidità della banca dal 78 al 63%, tanto da costringere un’integrazione del Prospetto Informativo; alla spartizione di poltrone, anche nei C.d.A. delle controllate, e a tentativi di affidare a parenti o amici qualche consulenza legale nella peggiore delle tradizioni italiche; alla nomina di un nuovo Vice-direttore senza senso e senza deleghe utile solo ad aumentare un po’ i costi; ad annunci di una riduzione delle remunerazioni degli amministratori (ci piacerebbe sapere chi e in che misura si è tagliato i compensi considerato che era un’opzione su base esclusivamente volontaria e di cui non si è più saputo nulla). Sono inoltre emerse notizie poco edificanti su prebende passate, quali una bicicletta e un orologio, che hanno tutto il sapore paradigmatico del ventennio consolare.
Il Consiglio di Amministrazione qualche spiegazione ai soci dovrebbe darla …
Se questi sono gli strepitosi risultati ottenuti da coloro che si erano spacciati per i salvatori di Veneto Banca forse sarebbe il caso che questi soggetti avessero il pudore di andarsene, prima di essere cacciati, rinunciando a qualsiasi forma di emolumento!Nel frattempo, in una banca praticamente paralizzata, con ancora alcuni “consoli” in ruoli chiave, i colleghi continuato a lavorare contro tutti e contro tutto.
Ai nuovi proprietari di Veneto Banca ribadiamo che il Sindacato, a maggior ragione quando le “vacche sono magre”, prosegue con determinazione nella sua opera di presidio, di “denuncia”, di messa in atto di tutto ciò che è necessario per salvaguardare il vero patrimonio della Banca: le lavoratrici ed i lavoratori che stanno già pagando profumatamente sul piano economico, sociale, reputazionale e personale colpe non loro. Quelle lavoratrici e quei lavoratori vittime di ingiurie, di minacce e di episodi di aggressione che stanno pericolosamente aumentando, mentre i veri responsabili di questo dramma sociale se ne stanno comodi nelle loro lussuose e blindate ville o passeggiano indisturbati per le vie cittadine e magari hanno ispirato le vicende recenti di Veneto Banca!
Ai nuovi proprietari di Veneto Banca chiediamo con forza che:
– si faccia rapidamente giustizia anche attraverso l’immediato avvio di una seria azione di responsabilità contro chi ha causato questo scempio;
– si elegga un Consiglio di Amministrazione con figure di standing e di professionalità il più elevati possibili;
– si garantiscano a tutti i dipendenti assistenza legale e sistemi di sicurezza adeguati al difficile contesto in cui ci si trova a lavorare;
– non si perda tempo prezioso e si faccia il possibile per far ripartire la nostra Banca.
Ne va della salvezza di Veneto Banca e dei suoi dipendenti, dei quali si conoscono bene quali e quante sono le potenzialità, che non meritano una fine così ingloriosa, ma una nuova e diversa stagione di prosperità e benessere.
Soprattutto in momenti così difficili, riaffermiamo con forza che il Sindacato ha il dovere di schierarsi a favore di un progetto, di una strategia, di un obiettivo che mira a tutelare in primis gli interessi dei lavoratori!
Montebelluna, 27 giugno 2016
COORDINAMENTI AZIENDALI GRUPPO VENETO BANCA
FABI FIRST/CISL FISAC/CGIL UILCA UNISIN
ALLEGATO
Comunicato unitario