Banca Popolare Vicentina: Smascherato lo scaricabarile



Abbiamo letto con molta attenzione la relazione dell’autorità garante della concorrenza e del mercato (c.d. Antitrust) che motiva la sanzione amministrativa di € 4,5 milioni applicata a Banca Popolare di Vicenza.
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Prendiamo atto con profondo disappunto e incredulità delle argomentazioni difensive di Banca Popolare di Vicenza la quale asserisce che:
“nelle proprie Direttive la Banca non avrebbe mai subordinato la concessione di finanziamenti all’acquisto da parte dei consumatori di azioni e/o obbligazioni convertibili della Banca….La Banca al fine di garantire il rispetto di tali misure , si sarebbe dotata di un organico sistema di controlli interni e di un Codice Etico che prevedrebbe l’applicazione di sanzioni in caso di violazione di queste norme regolamentari interne;…qualora si ammettesse che taluni dipendenti della Banca abbiano compiuto delle illecite pressioni sui consumatori per indurli a sottoscrivere azioni della medesima, le stesse non potrebbero essere in ogni caso elevate al rango di pratica ma sarebbero al più riconducibili ad isolati episodi”.

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In data 8 marzo 2016, è stato comunicato alla Banca Popolare di Vicenza l’avvio del procedimento per possibile violazione degli artt. 20, comma 2, 24 e 25 del Codice del Consumo. In tale sede, l’Antitrust ipotizzava:

“L’aggressività della condotta posta in essere dalla Banca consistente nell’aver nei fatti condizionato l’erogazione di finanziamenti a favore dei consumatori (mutui, prestiti personali, aperture di credito in conto corrente) all’acquisto da parte degli stessi di proprie azioni od obbligazioni convertibili, anche concedendo somme superiori agli importi richiesti in caso di accettazione di questi titoli. Tale condotta era idonea a limitare considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori in relazione ai prodotti di finanziamento, nella misura in cui la Banca Popolare di Vicenza avrebbe prospettato agli stessi di poter accedere a mutui, prestiti personali, aperture di credito in conto corrente solo sottoscrivendo titoli della Banca, peraltro difficilmente negoziabili e liquidabili, stante la natura di società non quotata della Banca.

Queste iniziative, tese al raggiungimento degli obiettivi sul capitale e indirizzate anche a consumatori nel corso degli anni 2013-2014 insieme alle operazioni baciate, come risulta dalla documentazione raccolta, sono state oggetto di trattazione nelle riunioni indette dalla Divisione Mercati della Banca con le Aree ed i Direttori Regionali, con assegnazione di specifici obiettivi e relativi tempi di raggiungimento. Detti obiettivi sono stati monitorati in modo sistematico da parte di tale Divisione Mercati con interventi di richiamo nel corso delle predette riunioni collegiali (Risulta, in particolare, che tali operazioni – come quelle baciate – venivano di fatto imposte alle Aree e ai Direttori Regionali)”.

Sempre secondo l’Antitrust:
“Nel caso dei mutui soci i consumatori ed in particolare i consumatori non soci, sono stati condizionati, al fine di ottenere gli stessi:

1) ad acquistare pacchetti minimi di azioni della Banca (pari a n. 100 azioni), necessari per diventare soci e poter accedere ai prodotti di mutuo de quibus riservati ai soci,
2) a non vendere tali pacchetti azionari, al fine di mantenere la qualifica di soci e conseguentemente non perdere le condizioni economiche agevolate.

Inoltre, questi consumatori sono stati anche indotti ad aprire un conto corrente riservato ai soci con la prospettazione della necessità di detenere un rapporto di conto corrente collegato al mutuo e della possibilità di usufruire anche in questo rapporto dei vantaggi della qualifica di soci, senza essere informati, peraltro, circa la non obbligatorietà dell’apertura di un conto presso la medesima banca erogatrice del mutuo”.

Tutto suffragato anche da:

“Documentazione acquisita in ispezione, consistente in appunti presi dai partecipanti alle riunioni di Area con i Direttori di Filiale, sono state annotate indicazioni impartite da tali vertici di questo tenore:

1) Soci nuovi (su qualsiasi richiesta cliente),
2) Soci: ogni affidamento deve essere affiancato da soci
3) No! fidi a non soci”.

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(DIREZIONE ORGANIZZAZIONE E SICUREZZA- MANUALE SOCI– AGG. DEL 08/2015-PAG. 4 DI 25: In nessun caso gli addetti della Banca possono promuovere di propria iniziativa l’investimento in Azioni BPVI (in tal senso costituirebbe ad esempio una forma indiretta di “sollecitazione” il comportamento dell’operatore che comunichi al cliente o potenziale cliente che l’erogazione di un beneficio a suo favore – es. concessione di un finanziamento, di un fido, di una carta di pagamento – potrà avvenire solo a condizione che questi proceda all’acquisto di azioni della banca).
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Nella relazione, che peraltro non fa mai alcun addebito ai dipendenti, si fa riferimento anche ad: “Un sistema incentivante per il personale dipendente delle strutture di Rete e di Sede Centrale della Banca e dell’intero Gruppo, che si attivava al raggiungimento di determinati obiettivi* (cancelli) tra i quali sussisteva quello relativo ad un determinato valore…realizzabile anche attraverso un accrescimento del patrimonio netto e quindi del capitale sociale… Nel citato sistema incentivante assumevano rilievo anche i conti correnti detenuti presso la Banca”.
(*Tali obiettivi “cancello” non furono poi nell’anno 2013 superati e, non attivandosi, pertanto, il sistema incentivante non fu pagato, con riferimento a tale esercizio, alcun premio aziendale al personale)

In merito al sistema incentivante menzionato dall’Antitrust e citato da alcuni giornali, ci corre l’obbligo di precisare quanto segue:

– Tale disposto faceva riferimento ad una politica commerciale il cui collocamento delle azioni era un di cui all’interno di tale politica;

L’Antitrust lo menziona non per colpevolizzare il singolo dipendente ma anzi per suffragare la tesi che non si trattava di singoli comportamenti ma di un sistema;

– Queste Organizzazioni Sindacali non hanno mai sottoscritto nessun sistema incentivante predisposto dall’azienda;

– I previsti benefici economici dei sistemi incentivanti, approvati tempo per tempo dall’assemblea dei soci, non si sono attivati negli ultimi sette anni, non avendo mai raggiunto gli obiettivi prefissati. Da bilancio risulta che sono stati attivati dei sistemi premianti che hanno coinvolto, come da relazione allegata, posizioni apicali, giustificata dai vertici come leva gestionale.

FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UNISIN GRUPPO BANCA POPOLARE DI VICENZA

ALLEGATO
Banca Popolare Vicentina: Relazione Antitrust – Smascherato lo scaricabarile