Il 26 novembre in occasione della giornata sulla violenza alle donne, abbiamo proposto come Gruppo donne CGIL/Vicenza lo spettacolo “Catene Violente”.
Attori, o meglio spett-attori come si definiscono gli amici della Fondazione Capta, che ci hanno preso per mano, ci hanno fatto alzare dalle sedie, ci hanno fatto intrecciare le mani, ci hanno fatto guardare negli occhi dell’altro. Ci hanno fatto muovere e s-muovere.
Tanto ma tanto che alcuni non se la sono sentita, alcuni sono anche usciti, ma va bene cosi’.
A me è capitato in settembre, la prima volta che ho partecipato allo spettacolo. Non me ne sono andata, ma non sono riuscita a scollarmi dalla sedia, mi sono seduta un po’ indietro per non sentirmi guardata, un po’ indietro … al sicuro.
Ecco io vorrei porre l’accento sulle emozioni che ci ha creato lo spettacolo, sui sentimenti che sono stati risvegliati e sono entrati in gioco, mi piacerebbe che chi ha partecipato manifestasse quello che ha sentito nella pancia, nel cuore, nella testa perchè tutto è stato coinvolto.
Lavorare sugli stereotipi, distinguere amore e possesso, libertà e appunto….catene che imprigionano.
Non basta lavorare sulle leggi, sugli accordi, assolutamente necessari! E’ fondamentale, come scrivono gli amici di Capta, rafforzare il lavoro congiunto delle figure professionali che ruotano attorno alla donna che subisce violenza, ma bisogna contemporaneamente creare e stimolare reazioni profonde.
Con l’esperienza del teatro Forum ci sono riusciti. Come sempre all’inizio c’è stato un tempo sospeso, di acqua quieta. Poi ci siamo lasciati andare: chi è salito sul palco perchè voleva cambiare la situazione, chi voleva convincere un personaggio a comportarsi diversamente, chi addirittura è stato animato da un atteggiamento mica tanto amichevole.
Anche chi non è riuscito a parlare ha interagito dalla platea.
Il teatro forum si è dimostrato strumento di una capacita’ di coinvolgimento totale, originale, che tocca le coscienze.
E allora se non ora quando??? I media hanno dato una visibilita’ al tema sulla violenza alle donne che sembra aver preso una strada senza ritorno (caso Harvey Weinstein in testa), – ‘è indispensabile stimolare la reazioni diognuna e di ognuno, rafforzare il lavoro per la costruzione di una diversa coscienza maschile e femminile.’ – tra i tanti commenti.
La strada della denuncia sulle molestie ha preso una via maestra, noi abbiamo la possibilita’, come donne CGIL, di organizzare iniziative culturali nelle scuole, agire nella contrattazione, parlarne nei luoghi di lavoro, proporre percorsi all’interno di associazioni che mai penseremo intrise di stereotipi (leggete pure anche CGIL).
Troppe donne non parlano per vergogna, per evitare la gogna del giudizio, per sfiducia, perchè si sentono sole. Non ci sono solo le donne vittime di femminicidio, ci sono quelle che scampano ad un femminicidio, ci sono quelle pestate quotidianamente, quelle molestate in ogni dove, quelle distrutte psicologicamente.
Ci vuole formazione, disponibilita’, cuore. Niente lasciato all’improvvisazione.
Dobbiamo lavorare, non ci stancheremo mai di dirlo, sulla cultura, e le donne si devono sentire prima di tutto ACCOLTE. Chi entra in contatto con una donna vittima di violenza o molestata o anche solo in difficolta’ deve avere un bagaglio formativo e umano solido.
Alcune di noi parteciperanno all’inizio del 2018 al corso di formazione organizzato dalla Consigliera di parità di Vicenza in collaborazione con l’associazione Ri-Gener.Azione: ‘Prevenire e contrastare le molestie e la violenza nei luoghi di lavoro’
Corso non declinato alla sola partecipazione femminile.
Noi donne della CGIL non possiamo fare silenzio.
Noi donne della CGIL abbiamo imboccato la strada: da qui non si torna indietro.
Desirée Ghiotto
Coordinatrice Donne Fisac Cgil Vicenza