Giovedì 4 febbraio ci siamo ritrovati tra colleghi retail e private per discutere della nostra situazione lavorativa. Molte delle problematiche emerse sono simili a quelle raccontate due giorni prima dai colleghi del corporate, quindi non vi ripetiamo la lunga lista.
Riportiamo alcune specificità:
Ubook: continuiamo a rilevare grosse criticità, già segnalate numerose volte all’azienda. I colleghi stanno facendo di tutto per sopperire e dare un servizio di qualità alla clientela, ma non dovrebbe essere loro compito la soluzione di problematiche organizzative causate dall’azienda.
Pressioni commerciali: viene richiesto di lavorare come se la pandemia non esistesse. Capiamo che il nostro è un lavoro commerciale ma questo non ci esime dal prendere accorgimenti a tutela della salute pubblica.
Cerchiamo tutti di lavorare con il massimo impegno ma non siamo costretti a motivare giornalmen- te eventuali “buchi” in agenda anzi, le richieste troppo frequenti sono espressamente vietate dagli accordi.
Rimozione servizio di guardiania: quasi tutte le filiali rimarranno sprovviste di questo impor- tante servizio e i colleghi non sono stati adeguatamente formati sulle modalità di gestione degli afflussi. Non crediamo si possano lasciare le porte in modalità automatica affidandosi al buon sen- so dei clienti: la gestione va fatta manualmente e, qualora ci siano delle difficoltà oggettive, vi invi- tiamo a contattarci. Non possiamo permetterci di buttare tutti gli sforzi fatti finora a salvaguardia della nostra salute.
Le problematiche che si affrontano quotidianamente sono così tante che un senso di impotenza e sconforto a volte ci assale. E’ più che comprensibile che procedure mal funzionanti creino forti stress e rallentamenti nel lavoro.
Tuttavia è importante fare ciò che ci dice il nostro datore di lavoro: segnalare le inefficienze che non ci permettono di consegnare quanto assegnatoci in tempi adeguati e servire il cliente con la qualità che merita (quindi con ticket, mail al responsabile, ecc).
Abbiamo sempre la sensazione di essere tra l’incudine e il martello perché, da una parte, sentia- mo che la produttività è sabotata dai malfunzionamenti e dall’altro ci facciamo pressare perché i risultati non sono all’altezza delle aspettative (di chi?).
Ricordiamo che l’organizzazione del lavoro non spetta a noi, la soluzione dei problemi procedurali non spetta a noi, il mantenimento di carriere brillanti di alcuni manager non spetta a noi.
I nostri doveri sono la profusione del massimo impegno, la segnalazione delle problematiche per permettere all’azienda di risolverle, il rispetto di norme e richieste del nostro datore di lavoro (non necessariamente coincidenti con quelle del manager locale).
C’è un ultimo, e più importante, dovere: il rispetto della nostra salute (non solo a riguardo dell’e- mergenza covid) e della nostra serenità, che indirettamente si riflette nel rispetto della serenità di chi ci sta intorno.
Vicenza, 8 febbraio 2021
Le rappresentanze sindacali della provincia di Vicenza
Fabi – First/Cisl – Fisac/Cgil – Unisin e Uilca
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