Care Compagne e cari Compagni, ringrazio e saluto tutte e tutti voi, compresi gli ospiti.
Ci ritroviamo dopo due anni durissimi e in un momento storico che si preannuncia drammatico.
Ci ritroviamo sorridenti ma lo sappiamo tutti che sotto il sorriso, sotto le mascherine, qualcosa, molto è cambiato, probabilmente in modo strutturale.
Gli anni della pandemia e forse ancor di più l’instabilità che la situazione geopolitica internazionale ci sta imponendo, han cambiato strutturalmente anche, tra le altre cose, il mondo del lavoro e soprattutto l’approccio al lavoro: abbiamo ascoltato nella relazione introduttiva citare i temi caldi dello Smart Working, della flessibilità, dei nuovi standard di sicurezza per chi lavora da casa (sulla cui adozione siamo in ritardo) etc..
Tuttavia a dimostrare il grande cambiamento ci sono anche fenomeni sociali drammatici come ad esempio la GREAT RESIGNATION (l’ondata abnorme di dimissioni volontarie che riguarda soprattutto i giovani, anche in Italia) che rivela un profondo disagio dovuto probabilmente ad un riassetto delle priorità nell’equilibrio vita-lavoro di lavoratrici e lavoratori, oggi sempre più attenti a trovare un bilanciamento tra la vita professionale e l’esigenza di maggiori tutele, di più sicurezza, di maggiore flessibilità, in una parola di SOSTENIBILITÀ in senso ampio.
Oltre alle nuove istanze, negli anni della pandemia abbiamo assistito all’inasprirsi inaccettabile delle disuguaglianze, con un drammatico peggioramento del gap salariale di genere (quante lavoratrici anche di Intesa costrette a “fare un passo indietro” riducendosi lo stipendio, perché con i bimbi a casa e le scuole chiuse a loro è toccato il sacrificio?) e del gap salariale tra top manager e stipendi più bassi, con la regola morale del 10 a 1 di Olivetti che è stata oltraggiata da un rapporto che è arrivato a picchi indecenti di oltre 200 a 1.
Di fronte a queste nuove ISTANZE e DISUGUAGLIANZE cosa dobbiamo fare?
Dobbiamo affrontare questo scenario con grande forza, con unità, con fermezza e con una nuova stagione fatta di concreta determinazione, il che può significare anche vertenzialità e mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, esercitando dunque tutto il peso politico di una grande organizzazione come la CGIL per cambiare la società.
SIAMO LA CGIL, è ora che tutti agiamo con CORAGGIO stando sempre dalla parte che abbiamo scelto e che ci compete: quella dei lavoratori più deboli e più fragili.
Compagne e Compagni, auguro a tutte e a tutti una splendida Assemblea e un futuro appassionato e combattivo, torniamo tutte e tutti AL LAVORO E ALLA LOTTA!
Antonio Gallucci
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