Salve a tutte/i, sono Katia.
46 anni, un marito, due figlie maggiorenni, dipendente presso la stessa agenzia assicurativa di Schio da 25 anni , da due anni RSA-FISAC dell’appalto. Il ns settore è caratterizzato per lo più da piccole realtà, 2/3 dipendenti, ambienti dove c’è un grandissimo contatto con il pubblico, ma minimo con altri colleghi. Ecco quindi che l’informazione sui propri diritti e l’unione per il raggiungimento di un bene comune, anche all’interno dello stesso ufficio, sono assolutamente impensabili, sarà anche che al 98% si tratta di donne? La maggior parte di noi crede solo di dover essere grato/a per avere un posto di lavoro. Duro è quindi il lavoro del sindacato.
Ma Partiamo da noi:
La parola “sindacato” significa fare “insieme” (syn) “giustizia” (dikè).
L’obiettivo da raggiungere è il fare giustizia insieme.
E questo abbiamo fatto al congresso provinciale FISAC dove ogni riflessione è stata introdotta da una parola chiave, e proprio queste singole parole e le frasi dei partecipanti hanno tracciato la linea che vogliamo seguire nei prossimi anni:
INSIEME: vanno rafforzati i rapporti unitari tra le 3 confederazioni – CGIL CISL UIL – e le OO.SS. di categoria poichè l’arretramento contrattuale operato da altre sigle minoritarie, in alcuni settori, è tanto più pericoloso in quanto usa strumentalmente la sacrosanta libertà di associazione sindacale per peggiorare pesantemente i tratti essenziali ai contenuti dei “contratti leader” a tutto danno dei lavoratori e delle lavoratrici.
Vorrei rafforzare con parole mie la definizione di insieme.
Mia figlia sta frequentando un corso di LIS, il linguaggio dei segni usato dai sordi. Stamattina sfogliavo un piccolo dizionario con parole base e ho notato la parola insieme. Ecco come si esprime ——————-. Poteva essere (abbraccio), oppure (due mani che si uniscono) . Ma no si indica proprio cosi ————- (cfr immagine in allegato). Vorrei farvi notare come la mano ha 5 dita di diverse lunghezze e tutte orientate verso una direzione diversa. Quando esprimiamo il concetto di insieme le dita si riuniscono tutte, una vicino all’altra, orientate verso la stessa direzione e tutte alla stessa altezza.
DIGNITA’ : NEL e DEL lavoro, lottiamo perché diventi legge la Carta dei Diritti e ci aggiungiamo dignità per il lavoro. Le parole di una lavoratrice di Autogrill: ” tutti ci vedono ma non ci ricordano. Siamo diventati quotidianità invisibile.”
EQUITA’ FISCALE: combattiamo la corruzione a tutti i livelli e in ogni settore, ribellandoci a ogni più piccola forma di nepotismo e raccomandazione anche nella ns semplice vita quotidiana
AIUTO: Le categorie minori devono essere aiutate come e più delle categorie con maggiori iscritti/e, consapevoli che l’indifferenza che viene riservata alla nascita di più contratti collettivi in ambiti con pochi e deboli iscritti/e è una epidemia che domani colpirà anche le categorie più forti.
DIFESA: bisogna riprendere a battere i territori e coinvolgere le lavoratrici e i lavoratori. Bisogna ritornare a fare sindacato dal basso, creando una rete capillare, cercando di spiegarlo ai giovani che, della parola sindacato non conoscono ilsignificato e a volte neanche l’esistenza, ma bisogna ritornare a parlarne anche ai genitori di quei ragazzi, che per troppo tempo sono rimasti ad usufruire passivamente delle conquiste dei loro padri e dei loro nonni. Bisogna ricomprenderli, coinvolgendoli, parlando loro con un linguaggio più semplice e sintetico e bisogna che in prima persona vi siano lavoratori che rappresentino i lavoratori. Nessuno meglio di loro conosce le problematiche all’interno dei posti di lavoro.”
ELEFANTE: l’aneddoto degli elefante del circo a cui da piccolo viene legata ad un palo una zampa tramite una corda per impedirgli di allontanarsi, per i primi periodi tirerà sulla corda tentando di liberarsi ma senza riuscirci. Divenuto grande basterà che si senta la zampa legata anche con un sottilissimo cordino, per frenare ogni istinto di fuga; non c’era mai riuscito prima, non ci riuscirà neppure ora.
CORAGGIO: da una frase di Alda Merini “Dovrei chiedere scusa a me stessa per aver creduto di non essere abbastanza . ” Dobbiamo adoperarci per aiutare ogni singolo lavoratore e lavoratrice a prendere coscienza di sé, del suo valore e della sua forza
DIRITTI: Secondo i padri fondatori della costituzione il lavoro è tanto importante da citarlo nel primo articolo: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, e con l’articolo numero 4 rafforza tale affermazione: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
E, riprendendo il significato di sindacato, da iscritta Fisac e da RSA Vi dico che mai come ora ho visto dilagare l’indifferenza e il conseguente sconforto tra gli iscritti ed iscritte e tra tutti i rappresentanti del sindacato.
La generazione di oggi è troppo spesso composta da “figli di papà” che come si dice da noi hanno trovato “la panà già fatta”. Ben pochi di noi hanno lottato per avere diritti, pressoché tutti ce li siamo visti consegnare con pacchetto omaggio, gratuitamente e senza neppure dire grazie.
Credo che tutti i lavoratori e le lavoratrici dovrebbero prendere coscienza che non è il sindacato a fare per me , sono io che lotto e ottengo con gli altri del sindacato a fianco.
Ma soprattutto credo che dovremmo generare un’epidemia di rispetto che parta dai più bassi gradi.
Dobbiamo lottare contro lo sfruttamento dei lavoratori in ogni settore e in ogni occasione di vita.
La domenica rifiutiamoci di entrare in un negozio, non ci lamentiamo meravigliati se un ufficio non apre il sabato, non clicchiamo su internet per acquistare prodotti il cui prezzo stracciato è permesso dallo stipendio ridicolo di chi ha incartato il pacchetto, non rispondiamo male al call center che ci chiama a tutte le ore , sistemiamo la scrivania per favorire il lavoro dell’addetto alle pulizie, attendiamo con calma in fila il ns turno all’ufficio postale o bancario senza mettere pressione al cassiere. Ricordiamoci che ogni persona con cui interagiamo, dal medico alla commessa, dal parcheggiatore al postino, dall’insegnante all’idraulico e chiunque altro vi viene in mente è un lavoratore proprio come noi
Siamo tutti nella stessa BARCA a partire dalla nave Diciotti, passando per i gravi problemi ambientali (PFAS e riscaldamento climatico docent), e senza scordare il popolo dei “lavoretti” quelli che lavoratori non possono neanche definirsi.
Per portare tutti a bordo:
LOTTERO’
L’OTTERRO’
LO TERRO’
ALLEGATO
INSIEME nel LIS (linguaggio dei segni)
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