Se non fosse che in ogni angolo, corridoio, ufficio, anfratto della Banca, ci viene riferito, si lavori alacremente per la sciagurata fusione con la nostra sorellastra di Vicenza, penseremmo a una dissociazione dei vertici che continuano a ribadire che non vi è nulla di deciso, nulla di definito, nulla di certo.
Eppure anche in materia di ‘ristori’ ai soci, le due sorellastre eterozigote stanno procedendo parallelamente emulando le strategie, se saranno, come sembra, confermate le indiscrezioni della vigilia in merito alla percentuale di risarcimento ai soci.
Da ciò che intuiamo i vertici delle due banche, guidate dalla ‘sapiente’ regia della proprietà, hanno deciso di giocare il tutto per tutto nel loro rilancio commerciale attraverso la pacificazione con i soci ed i territori di riferimento.
Non entriamo nel merito di percentuali, tecnicismi, decisioni. Ci limitiamo a dire che la direzione è quella giusta ma che un riscatto vero e duraturo sarà direttamente proporzionale alla capacità del management di cambiare modo di fare banca, partendo dalla motivazione delle persone e non cavalcando le loro paure, creando cultura della responsabilità e non della punizione, introducendo politiche commerciali orientate all’interesse del cliente e non al risultato di breve, con investimenti veri ed innovazioni tecnologiche che non continuino ad essere surrogati dalla buona volontà e dalla sterminata abnegazione delle migliaia di lavoratrici e lavoratori, che si traducano in politiche di remunerazioni apicali proporzionate e correlate ai risultati di lungo termine….
Insomma che si traducano in tre parole in una VERA, NUOVA BANCA.
Nel frattempo registriamo ancora disordinate dissociazioni tra il detto ed il fatto, a cominciare dalla gestione degli esuberi che assumono valori e pesi diversi se di qua o di là del Brenta, per quanto i problemi, le difficoltà, le ristrettezze economiche delle due banche siano uguali o molto simili tra loro.
Non sembrano altrettanto simili i sacrifici richiesti, tant’è che nel corso dell’incontro di mercoledì scorso in cui abbiamo tra l’altro sottoscritto il rinnovo della Polizza TCM per il 2017, abbiamo ribadito la necessità di ‘fermare le macchine’ per una verifica di quell’accordo che fu firmato nell’oramai ‘lontano’ 23 aprile scorso, in uno scenario e con delle prospettive strategiche completamente diversi da quelle che stiamo vivendo.
L’obiettivo principale rimane quello di preservare e ‘contabilizzare’ i sacrifici già fatti e quelli programmati, affinchè non si pensi di far pagare due volte ai colleghi di VENETO BANCA il costo della ripartenza, soprattutto se essa passerà attraverso una deleteria fusione dei due istituti.
La Banca si è impegnata ad una rapida risposta per la quale abbiamo chiesto di poter rivedere al più presto l’A.D., il neo Consigliere Delegato e il Presidente.
Abbiamo inoltre chiesto che venga esplicitato il nuovo modello di organizzazione della rete commerciale che sta (de)generando grande confusione e incertezza. Abbiamo chiesto che venga chiarito il ruolo dei direttori territoriali, le cui logiche di gestione delle risorse appaiono ancora più ingerenti rispetto al passato. Infatti, sempre a proposito di dissociazioni disordinate non possiamo che constatare che, diversamente da quanto era stato affermato dai vertici quando è stato presentato l’aggiornamento della riorganizzazione della rete, in periferia capi e capetti continuano a fare il bello e cattivo tempo.
In attesa di questo prossimo chiarimento, al momento non è cogente programmare la solidarietà ‘obbligatoria’, salvo quella già chiesta su base volontaria e quella che già ora si ritiene di voler richiedere nell’ambito delle 12 giornate fissate per il 2017.
Informiamo, per finire, che la banca si è impegnata, su nostra richiesta, a prorogare al 31 gennaio 2017 la fruibilità della banca ore scaduta il 31 dicembre scorso.
Montebelluna, 9 gennaio 2017
COORDINAMENTI AZIENDALI VENETO BANCA
FABI FIRST/CISL FISAC/CGIL UILCA UNISIN
ALLEGATO
Comunicato unitario